mercoledì 26 marzo 2014

Tarte aux Fraises. in 35 minuti.

ogni tanto anche io mi rivelo una provetta Benedetta Parodi, e andando ben bene in bocca agli insegnamenti pazienti di mia nonna e di mia madre, mi dimentico come si fa a cucinare e realizzo capolavori culinari utilizzando i prodotti chimici già pronti del supermercato.
fare una crema pasticciera seria con uova, latte, vaniglia e limone vero, e spalmarla su una frolla tutta burro che hai cotto pian piano con amore purtroppo richiede tempo, e a volte non ce l'hai.
quindi, per le volte in cui siete in versione Speedy Gonzales, una torta deliziosa e ad effetto. e chimica, lo so.


ingredienti
- un rotolo di pasta frolla già pronto, di quelli del banco frigo

- una confezione di crema pasticciera pane degli angeli

- mezza fialetta di aroma al limone

- 300 ml scarsi di latte x la crema

- fragole fresche

- la gelatina di melograni, in mancanza van benissimo anche 2 cucchiai di marmellata a caso, basta che sia senza pezzettoni.



procedimento:

- arrivare a casa maledicendo tutti, accendere il forno e buttarlo al massimo, nel frattempo srotolare la pasta nella tortiera, bucherellarla e coprirla con i fagioli secchi, ma vanno bene anche le lenticchie. così non si alza. saranno passati quei 5 minuti giusti che se abbassate il forno a 180° è caldo perfetto. 
- sbattere la frolla in forno e farla cuocere per 10 minuti a 180°, poi togliere i fagioli, risbattere il forno al massimo e farla cuocere altri 10. frolla dorata e perfetta. perchè noi delle istruzioni di cottura ce ne fottiamo quando siamo in trincea contro l'orologio.

- nel frattempo preparare la crema pasticciera (basta aggiungere il latte e l'aroma di limone e in 3 minuti è fatta) tagliare a fettoni le fragole e sciogliere la gelatina sul fuoco con un cucchiaio di acqua. 
- siamo a 25 minuti dall'inizio del conteggio.

- sfornare la frolla, sbatterla 3 minuti in freezer (giusto per non lessare le fragole), spalmarla di crema, disporre le fragole e spennellarle con la gelatina. nei 7 minuti che vi restano, ce la fate ampiamente.
 
- 35 minuti totali. impacchettate la torta e volate a cena da vostra madre come ho fatto io o sbattetela un po in frigo, giusto per rispetto alla gelatina e per non mangiarvela tiepida.
o se no mangiatevela c@##o. tanto già è chimica da morire, si vive una volta sola e amen!

venerdì 10 gennaio 2014

in cucina secondo me



questo è un post che aggiornerò spesso, ogni tanto lo ritoccherò.
di base, questo è un insieme di tutto quel che penso riguardo alla cucina.
  • penso che i grandi cuochi siano quelli che portano in tavola da mangiare per una famiglia di 4 persone ogni giorno e arrivando a fine mese. detto questo amo comunque Carlo Cracco e Gordon Ramsay con tutta me stessa. eterna gratitudine per chi mi consegnerà Chef Rubio a domicilio. 
  • un buon piatto parte sempre da dei buoni ingredienti. ovvio esiste sempre anche chi fa i miracoli, ma gli ingredienti buoni ti fanno metà del lavoro senza fatica. e io non sono né una santa nè Gesù. 
  • le fragole a gennaio sono un abominio. esiste una stagionalità per le coltivazioni e seguirla ti aiuta a mangiare meglio. le verdure saranno più fresche e non trattate o conservate chissà come e soprattutto: frutta e verdura di stagione costano meno. 
  • preferisco i prodotti a km zero. l'ananas purtroppo ancora nell'orto non mi cresce. ma sono nata qui ed è giusto mangiarmi le cose che crescono qui. ovvio, non sono nazista, se voglio mangiarmi una banana lo faccio senza andarla a prendere in Equador. Però non serve che le mie mele vengano dai frighi del sudafrica quando in Val di Non siamo pieni, e le mie arance parlano siciliano e non spagnolo. 
  • alzate il sederino e andate al mercato. lo so che ci vuole tempo, svegliarsi prima alla mattina, sbattersi per trovare parcheggio... però per la frutta e la verdura i prezzi sono più bassi. e c'è moooolta più scelta che al supermercato!
  • non ho una cucina professionale, anzi. è una piccola cucina ikea assemblata per un single che non sa cucinare, con un piano cottura a gas normalissimo a 4 fuochi, un forno elettrico e un microonde. non ho pentole costose: anche quelle sono dell'ikea. mi piace usarle, sbatterle, viverle e quando le rompo le porto in ricicleria e me ne compro un'altra senza spendere un capitale. sogno la batteria di rame, ovvio. ma non sono milionaria e quindi nisba. non ho ancora provato le padelle in ceramica, quando qualche anima pia me le regalerà o le troverò in offerta da quanche parte me le prenderò. nel frattempo uso quelle con l'antiaderente nero tradizionale, ci uso i mestoli di legno per non grattarle. solo legno, i mestoli di plastica mi fan paura. 
  • amo con tutta me stessa i coltelli. se sono felice, mi compro un coltello. un buon coltello semplifica la vita e ti fa usare meglio gli ingredienti. se sono triste, mi compro un coltello. poi mi chiudo in cucina e mi preparo qualcosa che mi riporti il sorriso. preferisco quelli in acciaio con le lame lisce che si possono riaffilare. i coltelli più belli che ho sono quelli giapponesi da sushi. ci faccio tutto. e mi sento molto hattori hanzo. ho anche un po' di coltelli in ceramica che mi sono stati regalati. li uso volentieri, ma perdono il filo dopo un po' e il non poterli riaffilare mi sidia. ovviamente il primo incontro col coltello in ceramica mi è costato la punta di un dito, un terzo di unghia e un po' di punti di quelli adesivi a cerotto, non vanno sottovalutati. 
  • la cucina non dovrebbe essere una gara. non esiste "io sono meglio di te" ma esiste "io lo faccio  così, sediamoci e mangiamolo assieme" guardo tutti i vari masterchef e hell's kitchen ma più che altro alla ricerca di spunti e idee. la cucina non è una sfida, è condivisione, amore, serve a unire le persone. è la stanza dove profumi e sapori raccontano chi sei e da dove vieni. le tue radici sono in cucina e in ciò che hai mangiato nella tua vita. è nel cibo che io trovo il massimo conforto. 
  • il mio comfort-food per eccellenza è la pasta e fagioli come la fa mia mamma, che è come la faceva mia nonna. potrei mangiare solo pasta e fagioli a ogni pasto per 5 giorni (l'ho fatto e sono sopravvissuta) 

Gulash (versione altoatesina)

cavolo! non metto ricette da un sacco. fra le feste e il lavoro nuovo, mi è mancato davvero il tempo!
per oggi che fa un sacco di freddo ho una proposta scaldapancia e golosissima! il gulash, uno spezzatino di manzo molto speziato di origine ungherese, ma fatto nella versione tradizionale dell'AltoAdige. l'ho mangiato l'ultima volta che sono stata a Trento e me ne sono innamorata!



Ingredienti:
- 500 gr di polpa di manzo per spezzatino
- 1 cipolla
- 2 scalogni
- 1 bicchiere di vino rosso
- 1 confezione di polpa di pomodoro
- 3 cucchiai di farina 00
- un cucchiaino di cumino
- 4 cucchiaini di paprika
- 500 ml di brodo di carne
- burro
- olio evo
- sale e pepe

Procedimento:
in una casseruola facciamo sciolgliere piano piano 2 cucchiai di olio evo e una bella fettina dietetica di burro a fuoco minimo.

dedichiamoci al momento commozione:  affettiamo finemente la cipolla e gli scalogni e facciamoli appassire a fuoco bassissimo. 

mentre la cipolla appassisce, infariniamo la carne sbattendola bene per non lasciarci troppa farina addosso. (se siete schizzinosi come me avrete già sezionato tutta la carne in modo da eliminare ogni traccia di nervetti, tessuto connettivo o grassetti. si lo so sono una brutta persona)

aggiungete la carne alla cipolla e fatela rosolare bene da tutti i lati.

nel frattempo preparate già le spezie mischiate assieme e il bicchiere di vino rosso. le spezie sono: un cucchiaino di cumino, 2 cucchiai di paprika forte e 2 cucchiai di paprika dolce. 

aggiungete le spezie alla carne rosolata e mescolate bene, alzate il fuoco e tenete mescolato in modo che nulla si bruci per un minuto.

aggiungete il vino rosso e sempre mescolando fate evaporare l'alcol

aggiungete la polpa di pomodoro

e aggiungete tutto il brodo. salate, fate riprendere il bollore e abbassate il fuoco al minimo. 

lasciate la pentola a sobbollire col fuoco al minimo e il coperchio leggermente aperto, per consumare lentamente tutto il brodo. lasciate cuocere per almeno un'ora. 

ed eccolo qua, saporito e cremoso. pronto da servire con polenta o riso bollito, come preferite! 
buon appetito!

sabato 16 novembre 2013

amore, oggi c'è la partita



tutti noi ce lo siamo sentiti dire almeno una volta nella vita: amore, oggi c'è la partita.
che siate uomini o donne, prima o poi nella vita vi toccherà sentirlo dire dal vostro partner.
ora, se il bipede in questione sta per guardare una partita di calcio, è un momento meraviglioso: avete quasi 2 ore di tempo per farvi un lungo bagno in vasca, la pedicure, l'esfoliante, la maschera al viso ecc ecc consapevoli del fatto che non verrete disturbate, se non da qualche urlo occasionale o catenelle di bestemmie. voi ignoratelo e rilassatevi.
se il bipede in questione si accinge a guardare una partita di rugby (organizzatevi per tempo per poterla vedere assieme a lui. fidatevi. guardate più rugby!) prima della partita potete preparare degli stuzzichini veloci ed economici come quelli che vi suggerisco io.
valgono solo per le partite di rugby, o moto gp, match di tennis, nuoto sincronizzato, tuffi, equitazione, basket, pallavolo. tutto tranne il calcio.


vi serviranno pochi e semplici ingredienti:
- 2 rotoli di pasta sfoglia, uno tondo e uno rettangolare
- 1 confezione di sugo pronto del sig Giovanni Rana, al gusto che preferite. io ho preso quello ai funghi.
- 1 uovo sbattuto con un pizzico di sale e relativo pennello per spennellare
- un pezzo di grana o di formaggio stagionato tipo piave o mezzano
- placche del forno
- rotella per la pizza
accendete il forno a 200° statico, che intanto si scalda

iniziamo coi CORNETTI RIPIENI

come prima cosa, srotolate la pasta sfoglia tonda e tagliatela a spicchi con la rotella per la pizza

fatto questo, sulla parte larga di ogni spicchio mettete mezzo cucchiaino di sugo (potete farli anche dolci mettendoci tipo nutella o marmellata, ma con la birrozza da partita stanno meglio quelli salati)

arrotolate gli spicchietti di pasta partendo dal forno e schiacciate le 2 estremità per chiuderle, che così non vi scappa il sugo

disponete i cornettini un po' distanziati sulla placca del forno perchè si gonfieranno

spennellateli con l'uovo sbattuto e poi cacciateli in forno nella parte alta per 15 minuti o finchè non sono belli dorati sopra

facili e veloci!

con l'altro rotolo facciamo i BASTONCINI AL FORMAGGIO

srotolate la pasta sfoglia rettangolare e spennellatela tutta bene con l'uovo

grattugiate sopra un po' di formaggio, copritela bene bene tutta

con la rotella per la pizza tagliatela a striscioline

attorcigliate le striscioline chiudendo dentro il formaggio. non serve che siano proprio chiuse benissimo, anche se restano un po' aperte va bene, il formaggio farà la crostina in quel punto. crostina croccolina. gnam!

disponeteli bene ordinati sulla placca del forno

spennellateli velocemente solo sopra con l'uovo sbattuto e lanciateli in forno sempre a 200° per 10/15 minuti
croccantissimi e saporiti.
a questo punto scegliete il posto migliore sul divano, stappatevi 2 birrozze, e godetevi la partita coi vostri stuzzichini.
e non dimenticate mai che il rutto è libero, ma la scoreggia va dichiarata!

mercoledì 6 novembre 2013

Pane dal Mondo: Challah ai semi di papavero

queste sono le bestiacce che sono uscite dal forno di casa ieri notte...
la foto è senza filtro e il colore è assolutamente fedele. il profumo purtroppo non vi arriva. 
la ricetta in questione purtroppo non è mia, ma l'ha scritta questa fantastica signora qui (che all'anagrafe fa Linda Collister di nome)
in questo libro qui, che se vi piace fare il pane, è come il manuale delle giovani marmotte.
lo challah è un pane antichissimo, la ricetta viene dagli Ebrei dell'Europa Centrale, che lo preparavano fin dal medioevo. infatti la ricetta ha ingredienti veramente base e di massima reperibilità. 

INGREDIENTI:
- 700 gr di farina bianca per pane non trattata (io ho usato la manitoba)
- 2 cucchiaini di sale fino
- 15 gr di lievito fresco 
- 1 cucchiaino di zucchero (l'ho aggiunto io, poi vi spiego perché)
- 220 ml di acqua tiepida (io ho fatto pochissima acqua per sciogliere il lievito, e il resto latte)
- 3 uova medie, sbattute
- 3 cucchiai di miele
- 85 gr di burro non salato, fuso e lasciato raffreddare
per la doratura:
- 1 uovo, sbattuto con un pizzico di sale
- semi di papavero


PROCEDIMENTO
  • setacciate farina e sale in una bella ciotola grande, mescolateli e fate la fontana al centro.
  • mettete acqua, lievito e zucchero in una ciotola e sciogliere bene il lievito. se decidete di usare il latte come ho fatto io, prima sciogliete il lievito in poca poca acqua e poi arrivate ai 220 ml aggiungendo il latte, a temperatura ambiente (vedi il post coi suggerimenti per fare il pane)
  • versate al centro della fontana il miele, il burro, il lievito con l'acqua/latte e le uova sbattute e mescolate bene il tutto cino ad ottenere una pasta quasi compatta
  • rovesciate tutto su un piano infarinato e lavorate la pasta per almeno 10 minuti, se è troppo appiccicosa aggiungete un cucchiaio di farina alla volta e incorporatelo sempre impastando.
  • lavate la ciotola dove avete iniziato a impastare, asciugatela bene e ungetela tutta con un po' di olio di semi di girasole, che è insapore. ungete anche la pasta, mettetela nella ciotola, chiudete con la pellicola e mettete il tutto nel forno chiuso e spento a lievitare finché non avrà raddoppiato le dimensioni. quindi almeno un'ora e mezza, ma anche 2. 
  • quando l'impasto è bello cresciuto, chiacciatelo con le nocche lasciandolo nella ciotola, copritelo e lasciatelo lievitare di nuovo per almeno altri 45 minuti finché non raddoppia di nuovo di volume
  • trasferite l'impasto sul piano infarinato e dividetelo in 3 parti uguali, e intrecciatelo. se siete dei ninja potete fare anche trecce a 4 o 5 nastri di pasta. per me 3 sono già anche troppo complicati. se volete fare più pagnotte come ho fatto io, prima dividete la pasta in 4, poi ogni parte in 3 e fate le treccine. 
  • trasferite le trecce di pasta sulla placca del forno e lasciate lievitare per almeno altri 45 minuti. nel frattempo accendete il forno e scaldatelo bene a 220° C
  • spennellate le trecce di pane con l'uovo sbattuto per 2 volte. poi cospargete con i semi di papavero.
  • mettete il pane a cuocere nel forno caldo per 10 minuti, poi abbassate la temperatura a 190° e fate cuocere per altri 20 minuti se avete fatto le trecce piccole, o 30 minuti se avete fatto un unico treccione da ninja.
  • fatelo raffreddare su una gratella e mangiatelo entro 4 giorni. 




se ti viene voglia di fare il pane:

il pane non dovrebbe essere al maschile, perché il pane è femmina.
ci vuole passione, devi coccolarlo a lungo, ci vuole tanta pazienza e attenzione maniacale nelle piccole cose. e alla fine sarà meravigliosa!
qui vi riassumerò tutti i trucchi e le cose che faccio io quando mi metto a fare il pane.
ovvio che se avara suggerimenti da dare sono sempre ben graditi!

- la farina: per fare il pane io di solito uso la farina manitoba, che è più ricca di glutine e ha un indice proteico abbastanza alto (la lezione sulle farine ve la scrivo un altra volta)
come dice Gabriele Bonci, che di pane ne sa a manetta, la farina soffre a starsene chiusa nel pacchetto di carta, perché è una cosa viva! prima di fare il pane, setacciatela e fatele prendere aria. vi giuro che il risultato cambia.

- il lievito: ci sono 2 scuole di pensiero: quelli come me che sono dei cazzoni, e quelli del secondo figlio in frigorifero: la pasta madre.
io non ho voglia di badare al pupetto, e fare il pane regolarmente, e rinfrescarlo ecc ecc. ammiro chi ce la fa. non è il mio caso, comunque. quindi uso il lievito di birra. o i cubetti che si prendono freschi al banco frigo ( e che spesso mi congelo per comodità così non mi scadono. poi basta lasciarli scongelare e tornano belli come prima eh) o le bustine secche del Mastro Fornaio Pane Angeli, quelle argentate.
il lievito è un golosone: mangia zucchero a manetta! prima di aggiungere il lievito alla ricetta, svegliatelo mettendolo in un po' di acqua a temperatura corporea, quindi appena appena tiepidina, e scioglietelo bene sbattocchiandolo per fargli prendere aria e fargli capire che è ora, assieme a un cucchiaino di zucchero, che così lui è contento e fermenta meglio. e il pane vi cresce di più.

- il sale: sempre lontano dal lievito, mai insieme perché il sale lo uccide! mettete il maligno sale nella farina e il lievito nell'acqua, o usate metà acqua per sciogliere il sale e metà per il lievito, e aggiungetele una alla volta, mescolando la prima alla farina prima di aggiungere l'altra.

- temperature: mentre lavorate il pane, tutto deve essere alla temperatura delle vostre mani. se è troppo freddo il lievito non si sveglia bene, se è troppo caldo si cucina. non aggiungete cose troppo fredde, tipo il latte appena preso dal frigo. fatelo andare a temperatura ambiente prima, che è meglio!

- impastare: al primo impasto, la pasta va lavorata sempre per almeno 10/15 minuti, con energia (vi verranno i braccioni o potete sfruttare l'uomo di casa) ed è meglio se tirate la pasta in lungo, così l'amido della farina si rompe e vi lievita meglio.

- lievitazione: la magia! ci vuole tanta pazienza, ci vogliono ore, un ambiente a temperatura costante e ancora pazienza! io quando impasto uso un bel ciotolone gigante (la blanda ikea in acciaio per capirci, quella più grande, che essendo in acciaio non la rompo di sicuro con le mie maniere delicate) ci metto dentro l'impasto, la chiudo con la pellicola trasparente e la metto nel forno spento. sono sicura che li dentro è inespugnabile e i colpi di aria non andranno a disturbarla.

- forno: il pane cuoce in forno statico per caduta, cioè con la temperatura che crolla. per farlo dovete scaldare bene bene bene il forno alla massima temperatura, infilarci il pane dentro e dopo 5 minuti abbassare alla temperatura di cottura. niente forni ventilati che vi seccano solo il pane. se avete il forno a legna sappiate che vi odio e vi invidio con tutto il cuore.

- dopo cottura: il pane va cotto sulla placca del forno i in una teglia bella grande, e lasciato raffreddare sulla gratella, così finirà con calma di buttare fuori l'ultima umidità e vi resterà la crosta croccantina. se invece vi piace la crosta morbida, fatelo raffreddare avvolto in un canovaccio di cotone. MAI farlo raffreddare lasciandolo sulla placca, se no tutto il fondo vi diventa umido e mollaccioso anche se è bello dorato e vi sembrava ben cotto.

martedì 29 ottobre 2013

Pane alla Zucca


la ricetta di questo bel panone di zucca non è mia, ma viene stranamente dalla prova del cuoco, ed è di quel genio del pane di Gabriele Bonci (bonci bom bom bom)
con le dosi che sono scritte qui, io ho fatto 2 pagnottoni come quello in foto, poi sopra ci ho messo i semi di zucca, per stare in tema :)

INGREDIENTI
- 1 kg di farina manitoba
- 700 gr di purea di zucca, ben salata
- 200 gr di pasta madre o 7 gr di lievito di birra (sciolto in pochissima acqua con un cucchiaino di zucchero)

PROCEDIMENTO
  • Purea di zucca: fate cuocere la zucca in padella con pochissima acqua o la fate bollita come ho fatto io, l'importante è che sia molto salata perché non metteremo sale nell'impasto. 
  • mescolate insieme farina, zucca e la pasta del pane o il lievito, lavorate l'impasto anche sul piano infarinato per una decina di minuti, finché è bello elastico e omogeneo. 
  • lasciatelo lievitare per 5/6 ore. io l'ho messo coperto con la pellicola nel forno spento. 
  • quando sarà ben lievitato riprendete l'impasto, fate le pagnottine, rotolatele nei semi, fate i tagli decorativi con la forbice così sembreranno dei margheritoni  e lasciatele lievitare per un'altra ora. lui le mette in un canovaccio e ci mette i semi e le taglia da già lievitate, io le ho messe direttamente sulla placca del forno e le ho inseminate e tagliate prima così lievitando sono esplose.
  • scaldate bene il forno al massimo e quando è bello caldo, infornate il pane e abbassate la temperatura a 180°. fatelo cuocere per un'oretta e lasciatelo raffreddare su una gratella. 
ecco il video della ricetta originale